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Nel
1985 il Consiglio d’Europa ha assegnato al museo di Chieti una
menzione e
una targa al merito, riconoscendolo miglior
Museo dell’Anno.
Nel 1987 il museo
è stato dotato di strutture
per disabili e di un apposito percorso di visita loro
dedicato. Nel 1992 è stata riallestita in due sale del pian terreno la Collezione Pansa.
Nel 1993 è stata allestita la mostra
" Gentes
et Principes
",
che
fa
parte
della attività di esposizione temporanea del museo. Obiettivo
prioritario del museo è quello
di fornire
al
pubblico
un
servizio culturale sempre attivo ed
attuale, che possa
mostrare, attraverso il museo ed i suoi reperti, anche il prezioso lavoro svolto
dalla Soprintendenza.
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Bronzetto di epoca romana
raffigurante
Giove con l’aquila
Giovanni Pansa
era un avvocato dei più stimati, ma nella sua Sulmona tutti lo conoscevano per
la
grande passione verso le cose antiche. Acquistava e studiava infatti tutto ciò
che di bello il passato
poteva offrirgli. Nel 1954 la sua collezione di
reperti archeologici giunse in donazione al Museo di Chieti. Due sale vicine espongono oggi il meglio degli oltre 500 reperti raccolti dall ‘avvocato sulmonese.
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Non
sempre l’occhio di Giovanni Pausa riusciva a passare indenne attraverso i tranelli di venditori poco
scrupolosi, e alcuni dei falsi da lui acquistati, oggi regolarmente
esposti, sono testimoni di questo lato del suo carattere
due motivi:
onorare i vivi o ricordare i defunti. Anche se il loro scopo era quindi assai
personale
e specifico, in realtà
esse fotografano affascinanti spaccati della vita quotidiana, ma anche pubblica,
dei millenni passati. Ricca di
spunti la lettura delle lapidi romane esposte tutt'intorno alla grande
scalinata di Villa Frigerj.
Vaso
raffigurante giovani intente a pettinarsi
e
truccarsi, esaltando le gioie della femminilità
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Lapide condedica,
rivolta ad una coppia di nobili teatini.
Ci parla del restauro
dell'acquedotto di Chieti |
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Gli
antichi culti imponevano di dotare il defunto di tutto quel che poteva servirgli
nel suo viaggio verso
l’oltretomba. Cibo, vestiti, denaro, non potevano
mancare al suo fianco, così
come i simboli del suo ruolo sociale: attrezzi da lavoro se artigiano, armi,
elmo e corazza
se guerriero, gioielli e
cosmetici se donna. Gran parte di ciò che sappiamo sugli antichi popoli dell’Abruzzo ci viene raccontato dalle loro
sepolture, che restituiscono agli archeologi una eccezionale varietà di oggetti anche di uso quotidiano.
Il
letto funerario di Amplero.
Si tratta di un vero e proprio letto destinato al
riposo del defunto, costruito in legno ed interamente rivestito di avorio
intarsiato, un oggetto di unica
bellezza, da poco perfettamente
restaurato. La
sua grande delicatezza impone temperatura e umidità costanti, nonché controlli
frequenti,accorgimenti essenziali per evitarne la rapida rovina.
Spilloni d'osso intarsiati con
busti di donna, usati per fermare i capelli in acconciature di grande fantasia. Il tipo di
pettinatura, evolutosi continuamente nel corso del tempo, è utile per datare le antiche raffigurazioni
femminili.
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